Con il PX al Vespa World days 2024
Il Aprile 23, 2024 da Antonio MachedaTutto ebbe inizio con un messaggio del Balla al 02-04-24: Mache al 19 Aprile a Pontedera c’è il Vespa World days, non possiamo mancare. Mettere in piedi un viaggio tra capo e collo a 18 giorni dall’evento è un’impresa difficile ma non impossibile, con un minimo d’impegno possiamo anche farcela, di sicuro siamo in cinque. Il mezzo prescelto fu il vecchio PX di cui tutti e cinque siamo felici possessori. Si fa l’autostrada fino a Berceto e poi facciamo il passo della Cisa per poi proseguire fino a Pontedera facendo la Statale.
Il sabato 20 aprile io e Silvano puntuali alle 6.00 eravamo pronti per la partenza, un freddo barbino ci fece usare le giacche pesanti. Alle 6.30 ci trovammo con Ballarini all’autogrill Pavesi di Lainate e alle 7.00 con gli altri a San Giuliano Milanese. L’autostrada fu monotona ma quando prendemmo la salita della Cisa si scatenò in me il talento corsaiolo e iniziai ad aprire il gas. La vespa non ha molta potenza, per cui non si poteva staccare l’acceleratore per non subire cali di velocità. Le traiettorie dovevano essere precise, non si poteva frenare e le pieghe rasentavano quelle delle moto GP. Arrivati in cima abbiamo fatto una breve pausa per le foto di rito e poi prendemmo la discesa e qua il pilota doveva dare il meglio di se. Si sa che la vespa frena poco per cui non si poteva toccare il pedale del freno posteriore e tantomeno la leva del freno anteriore, ad ogni curva posizione precisa per portare il peso fuori dal baricentro della moto, scalata finchè non si sentiva piangere il motore e poi bisognava imbroccare la traiettoria giusta per assicurarsi di non uscire dalla propria corsia. Furono momenti di grande soddisfazione, mi sentivo come un bambino a cui gli era stato regalato il giochino tanto desiderato, mi ero perfino dimenticato di avere 64 anni e che una scivolata poteva essere deleteria. Arrivammo in fondo alla valle, breve pausa per compattare il gruppo e ripartimmo per Pontedera, arrivammo al Vespa village per le 15.00 e con la pioggia, parcheggiammo le nostre vespe e ci perdemmo tra i tanti partecipanti.
La vespa è il mezzo dalle mille sfaccettature, unisce l’utente tranquillo che vuole passeggiare godendosi il paesaggio, con lo smanettone. Il quale si sente importante proprio perché guida un mezzo dalle modeste prestazioni, ma sullo stretto se sapientemente utilizzato da filo da torcere alle moto di grossa cilindrata, ha il potere di farti sentire importante proprio per quello, non tutti sanno apprezzare la maneggevolezza delle ruote piccole.
Girando tra le vespe parcheggiate non si può non notare un’altra delle sfaccettature della vespa, la capacità di unire l’utente giovane con il vecchietto legato alla vespa della sua gioventù. Il giovane ragazzo ha il 50 special oppure il 125 primavera, il motore ad ogni accelerata ruggisce,
probabilmente il restauro e l’elaborazione sono costati come una naked di grossa cilindrata, non parliamo dell’acquisto della scocca, probabilmente lo ha barattato con un rene.
Molto più pacato è il vecchietto con la vespa della sua gioventù. Il suo mezzo è il GS, il faro basso o la VNB. Qua non c’è spazio per l’elaborazione, la vespa deve essere come mamma Piaggio l’ha creata. Il restauro è stato affidato al miglior restauratore presente sul mercato, con i ricordi della propria gioventù non si scherza, ma soprattutto sarà l’oggetto che resterà sulla terra anche dopo la sua assenza, sperando che gli eredi apprezzino lo sforzo del genitore.
Nel frattempo la pioggia era cessata per cui ci incamminammo verso l’albergo distante circa 15 km da Pontedera. Con grande sorpresa scoprimmo che eravamo destinati a dormire in un palazzo del 1500 sapientemente restaurato e ci era stato riservato un intero appartamento, unico neo un solo bagno a fronte di 5 scalmanati ospiti. Inevitabilmente mentre mi lavavo i denti Silvano entrava per fare pipì, mentre Ballarini si faceva la doccia, Mauro si rasava la barba. Inutile raccontarvi altro, la privacy era un’opzione da non prendere nemmeno in considerazione.
Dopo la cena venne la notte, penso che una segheria industriale al confronto era uno stagno silenzioso con qualche rana che casualmente gracidava per richiamare la compagna nascosta. Il giorno dopo tornammo con le nostre fide vespe a Pontedera per visitare il museo Piaggio e poi ritorno a casa. 400 km con acqua vento e freddo, circa sette ore di viaggio da incubo. A casa doccia calda e dormita ristoratrice.
Un bellissimo week end che mi ha permesso di tornare indietro nel tempo, i miei amici di sempre, la mia vespa i miei sogni.
Grazie di tutto
Il racconto mi fa rimpiangere di non essere venuto con voi!!! Gradi vespisti!