Chi Siamo
Siamo semplicemente un gruppo di amici che ama viaggiare in vespa, un mezzo dalle modeste prestazioni ma dalle immense potenzialità, dopo qualche anno di viaggi con gli ormai fidati amici, abbiamo deciso di allargare la cerchia costituendo questo sodalizio che fu chiamato AmicInvespa
Il nostro gruppo nasce la notte del 17 gennaio 1991, ricordo molto bene questa data per la sua storicità, fu la notte in cui le truppe americane penetrarono in territorio iracheno, con un conflitto che durò solo pochi mesi, ma entrò nella storia con il nome della GUERRA DEL GOLFO.
Penso che il brano di seguito riportato riflette a pieno lo spirito dei soci, dando anche una vaga idea del clima che si respira all’interno del club.
…… Se fai le vacanze in Vespa le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV.
Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice.
In Vespa la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa.
Non sei più uno spettatore, sei nella scena e la sensazione di presenza è travolgente.
E’ incredibile quell’asfalto che sibila a dieci centimetri dal tuo piede, lo stesso su cui cammini, ed è proprio lì, così sfuocato eppure così vicino che col piede puoi toccarlo quando vuoi……I programmi sono volutamente vaghi, abbiamo più voglia di viaggiare che non di arrivare in un posto prestabilito. Siamo in vacanza.
Diamo preferenza alle strade secondarie: il meglio sono le strade provinciali asfaltate, poi le statali e, ultime, le autostrade.
Ci preoccupiamo più di come passiamo il tempo che non di quanto ne impieghiamo per arrivare: l’approccio cambia completamente.
Le strade che serpeggiano su per le colline sono lunghe, ma in Vespa sono molto più belle, in curva ti inclini senza andare a sbattere contro le pareti di un abitacolo.
Le strade con poco traffico sono più gradevoli, oltre che più sicure, e anche quelle senza autogrill e cartelloni, strade dove boschetti e pascoli e frutteti si possono quasi toccare, dove i bambini ti fanno ciao con la mano e la gente guarda dalla veranda per vedere chi arriva; quando ti fermi per chiedere informazioni, la risposta tende ad essere più lunga del dovuto invece che più corta, e tutti ti domandano da dove vieni e da quanto tempo sei in viaggio.
E’ da qualche anno che abbiamo cominciato ad entrare nello spirito di queste strade.
Le imboccavamo ogni tanto per cambiare un po’ o per tagliare da un’autostrada ad un’altra ed ogni volta il panorama era talmente bello che ne uscivamo rilassati e contenti. Ci è voluto un po’ per capire una cosa che sarebbe dovuta essere evidente: e cioè che queste strade sono davvero diverse da quelle principali.
Sono diversi il ritmo della vita e la personalità della gente, gente che non sta andando da nessuna parte e non è troppo indaffarata per essere cortese. Gente che sa tutto sul “qui” e sull’ “ora” delle cose…………Mi sono chiesto come mai abbiamo avuto per tanto tempo la verità sotto gli occhi senza vederla. Forse eravamo allenati a non vederla, a pensare che il cuore dell’azione e dei fatti fosse la città e che altrove non ci fosse che noioso retroterra. Era una cosa sconcertante.
Ma naturalmente, quando capimmo, niente riuscì più a tenerci lontano da queste strade: fine settimana, serate, vacanze. Siamo diventati dei veri patiti di strade secondarie e abbiamo scoperto che si imparano mille cose, viaggiando……
…..Per esempio,abbiamo imparato ad individuare sulla carta le strade buone. Se la linea è molto mossa, è un buon segno. Vuol dire che si sono le colline. Se,invece, sembra la strada principale tra un piccolo centro ed uno grosso, non va.
Le strade migliori non collegano mai niente con nient’altro e c’è sempre un’altra strada che ti ci porta più in fretta…..
…..L’abilità principale è non perdersi. Dal momento che queste strade vengono usate solo da persone che le conoscono a memoria, nessuno si lamenta se le deviazioni non sono segnalate. E spesso non lo sono.Oppure non c’è che un piccolo cartello nascosto discretamente tra le erbacce.Gli addetti alla segnaletica delle strade provinciali si ripetono raramente.Se ti lasci sfuggire quel cartello sono fatti tuoi, non loro.Oltretutto, scopri che le carte autostradali sono spesso imprecise sulle strade provinciali. E qualche volta la ‘strada provinciale’ va a finire in una carrareccia a due solchi, poi in un solco e quindi in un pascolo, oppure nel cortile di una fattoria. Così andiamo per lo più a naso, sulla base dei pochi indizi a disposizione….
…. Facciamo dei chilometri senza vedere nessun altro veicolo, poi, attraversando una strada statale, vediamo una fila di macchine a perdita d’occhio, l’una appiccicata all’altra.E dentro facce accigliate.Bambini che piangono sui sedili posteriori. Vorrei tanto trovare il modo di dir loro qualcosa, ma sono accigliati e sembra che abbiano fretta, non si può….
……Se non ti diverti ad urlare, su una Vespa in corsa non fai grandi conversazioni. Invece passi il tempo a percepire le cose ed a meditarci sopra. Su quello che vedi, su quello che senti, sull’umore del tempo ed i ricordi, sulla Vespa che cavalchi e la campagna che ti circonda, pensando a tuo piacimento, senza nulla che t’incalzi, senza l’impressione di perdere tempo.
Mi piacerebbe usare il tempo che ho a disposizione per parlare di alcune cose che mi sono venute in mente. Il più delle volte abbiamo tanta fretta che le occasioni per parlare sono ben poche. Il risultato è una specie di superficialità quotidiana senza fine, una monotonia che anni dopo ti porta a chiederti che ne è stato del tuo tempo ed a rimpiangere che sia trascorso. Ora, invece, vorrei usare il mio per parlare un po’ a fondo di cose che sembrano importanti….
….La strada procede serpeggiando, curva dopo curva.Ci fermiamo a riposare, a mangiare, facciamo quattro chiacchere e ci prepariamo alla lunga tappa. La stanchezza del pomeriggio bilancia l’eccitazione del primo giorno; andiamo avanti a velocità regolare, nè troppo forte nè troppo piano.
Abbiamo incrociato un vento di sud-ovest, e la Vespa s’inclina sotto le raffiche, come di sua spontanea iniziativa, per controbilanciare il loro effetto……
….Ora, all’orizzonte, c’è qualcosa’altro che non credo gli altri vedano. A sud-ovest, in lontananza – si può vederlo soltanto in cima a questa collina -, il cielo ha un orlo scuro. Temporale in vista. Probabilmente era questo che mi rendeva inquieto. Lo ignoravo di proposito, anche se sapevo benissimo che, con questa umidità e questo vento, c’era da aspettarselo.E’ un vero peccato, proprio il primo giorno, ma in Vespa i temporali fanno parte del gioco…..
….Cominciarono a cadere fulmini da tutte le parti. Mi ricordo la faccia di una donna che ci guardava allibita dal finestrino di una macchina, chiedendosi cosa diavolo ci facessimo su una Vespa con un tempo del genere.Sono sicuro che non avrei saputo dirglielo…..
….Senza togliere la mano dalla manopola sinistra, vedo dal mio orologio che sono le otto e mezza.Il vento anche a cento all’ora, è caldo ed umido.Chissà come sarà nel pomeriggio, se già alle otto e mezza c’è tanta afa.
Nel vento ci sono gli odori pungenti degli acquitrini ai margini della strada. Questa è una vecchia strada a due corsie dove non c’è molto traffico perchè parecchi anni fà ne è stata costruita un’altra, parallela, a quattro corsie.Quando passiamo accanto ad un acquitrino, l’aria si fa all’improvviso più fresca; poi, appena oltre, si riscalda bruscamente.
Sono felice di ripercorrere questa regione. E’ un posto che non è un posto, senza nulla che lo renda famoso, ed è proprio questo il suo fascino. Lungo strade così, la tensione scompare……
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